La mia casa, vorrei fossi tu

 

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Per quanti viaggi io faccia, per quante vite io viva, per quanti amici, amanti, amori io incontri; se potessi vivere l’intensità delle mie emozioni per te, la mia brama per i tuoi baci, le tue carezze, i tuoi abbracci, sapresti che per cercare la mia felicità mi basterebbe affondare la testa sul tuo collo e respirare il tuo profumo.

Lì troverei la mia casa.

 

La violenza del pugile?

Sono anni che pratico pugilato.

Questo sport fa parte del mio essere e mi scorre dentro come lava che brucia tutto al suo passaggio.

Le persone spesso rimangono sorprese nel sapere che una donna possa praticare uno sport così violento.

Eppure vi dico che non lo é, anzi é un arte nobile, di astuzia, di intelletto e eleganza.

Nobile perché impari  a non infierire sull’avversario, di astuzia perché devi studiare il momento giusto per colpite, di intelletto perché devi dominare le tue emozioni e per finire di eleganza perché i movimenti sono fluidi come una danza.

Ho preso pugni nello stomaco, in faccia, al fegato e in altri punti che mi hanno letteralmente fatto cadere sulle ginocchia, eppure ho provato più dolore sentendo una parola di una persona che amavo che di un pugno ricevuto.

Dov’é la vera violenza?

Il sole che splende nel cuore

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Ragazzi ma quanto è bello sentirsi le farfalle nello stomaco?

La sensazione dei quattordici anni, quando per la prima volta davi un bacio a qualcuno. Al coraggio che credevi di non avere e poi al tocco delle sue labbra.

Con il cuore che smette di battere lasci che tutto ti avvolga in quell’istante di silenzio ovattato e di rumore di un’emozione sorda.

Ieri l’ho fatto, eravamo al parco e quando lui mi ha sfidato con un:” se vuoi un bacio basta che me lo dai”, sono saltata dall’altalena e mi sono messa difronte a lui, l’ho guardato per un istante con sfida e poi ho posato le mie labbra sulle sue.

Non ho più quattordici anni, il mio cuore ha vissuto tanti lutti e la mia mente ha razionalizzato l’amore, eppure eccomi qui, con il cuore in gola e la voglia di sentirmi così, come se non avessi ancora conosciuto l’amore.

 

 

 

 

“SOLO” per la ragione

Sto partendo per un altro viaggio e questa volta saranno solo sei mesi. Certo che la parola “solo” riferita ai mesi ha un significato che mi turba, perché tra tutti questi “solo” sono diventati due anni e mezzo. Anni in cui non ho avuto un posto che ho considerato casa, anni dove ho ricominciato una vita da zero, anni dove alla fine abbandonavo tutto per ricominciare da capo, dove lasciavo persone che ho amato e che non avrei mai più rivisto.

Viaggiare apre la mente e tante persone lo considerano una fortuna.

Invece lascia che ti dica che viaggiare per cercare un posto di lavoro, per costruirti una vita e un futuro non rappresenta un’avventura ma un sacrificio e questo sacrificio chiude il cuore.

Spero davvero che ne valga la pena uccidere il cuore per la ragione.

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Tramonto dalla casa dove sono cresciuta, la mia vera casa, Roma.

 

Geometrie ripetute

I vecchi palazzi popolari di Roma hanno un fascino inquietante. Il loro colore ocra e cemento sembra incupirsi in una giornata piovosa come questa.

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Geometrie simili che si ripetono intercalate da rozze parolacce affisse sui muri come nell’aria, confondono un occhio non esperto.

Mi piace guardare dalla finestra, mi piace sentire lo sconfinato rumore delle persone che parlano nel parco, mi piace il rumore di casa.

Sono nata e cresciuta qui e ho passato anni a cercare di vivere un’altra vita e ci sono anche riuscita. Poi, dopo due anni ho sentito nostalgia di tutta questa imperfezione. Ho cercato di cambiare dimenticando una parte di me, ma adesso sono tornata e ho imparato a vede con occhi nuovi la meraviglia che era già davanti e dentro me.

 

 

 

Il sorriso che mi hai regalato

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Mi perdo nelle tue parole,
Come nei paesaggi durante un viaggio in treno.

Sono qui seduta accanto al finestrino a sospirare pensieri che vogliono correre.
Come il vento che muove i miei capelli, sento le tue mani su tutto il mio corpo.
Il tuo sudore, il tuo profumo, i riflessi di un raggio di sole che entrano dalla finestra.
Tra le coperte calde, in una primavera afosa, accanto a me giaci tu, che mi hai insegnato un segreto bisbigliandolo.
Nella vita nulla é piú bello di un sorriso silenzioso.

La passione nel fondo del bicchiere

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Guardai il suo corpo, risalendo fino ai suoi occhi chiaramente fermi in segno di sfida, solo le sue mani svelavano con il loro tremolio la sua insicurezza. Passai poi ai suoi fianchi, al suo seno fino alla curva del collo che volevo leccare.
Sapevo che le dava fastidio il modo in cui la guardavo, lo capivo da come  si mordeva il labbro, un po’ per la tensione, un po’ per irritazione.
Andai verso di lei, sicuro dei miei passi e delle mie gambe che mi avrebbero sostenuto.
Ero a due passi da lei, la mia mente già la stava sfiorando e poi fu un secondo le voci dei nostri amici mi richiamarono in un chiaro invito a unirmi al tavolo e sedermi.
Avrei potuto fare qualsiasi cosa, lo sapevo che lei aspettava me.
Le sorrisi maliziosamente perché sapesse che ero cosciente del nostro gioco. E mentre la salutavo come sempre, solo la mia mano indugiò sulla sua morbida guancia qualche secondo in più.